Film Festival Locarno 2016

di

Teresa Patrignani

 

In concorso dalla Bulgaria, "Slava" di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, interessante  a metà tra commedia e dramma  con  ottima regia e sceneggiatura, ma a tratti didascalico sul tema del potere e delle sue menzogne contrapposto alla figura  dell'antieroe, incarnato da un personaggio semplice, un ferroviere retto ma ingenuo, che viene usato biecamente dalla propaganda ministeriale per distogliere l'attenzione da uno scandalo di corruzione e ruberie. Tra i più apprezzati dal pubblico, la storia circense di “Mister Universo”, regia della copia Covi e Frimmel  che ottiene la menzione speciale della Giuria. Atmosfere conradiane in “Jeunesse”,  film autoriale franco-portoghese: il giovane Zico s'imbarca a Le Havre come mozzo su un cargo per un viaggio d'iniziazione verso l'età adulta tra amicizie virili, marosi e capitani – canaglia, il tutto un po’ anacronistico. Divertente e godibile “La Prunelle de mes yeux”, una commedia lieve, genere spesso ignorato dalle giurie di Locarno. Molto scarso il giapponese “La donna nel vento” di Shiota Akihiko, buono il soggetto del drammaturgo  autoesiliato e in crisi d'ispirazione travolto dal sesso estremo della bella ninfomane, il film però  finisce per virare inevitabilmente nel porno – soft, alla cui tradizione degli anni ’70 nipponici si ispira, a dispetto del modello più alto, ”L'impero dei sensi”, un vero classico, un capolavoro dell'erotismo. Meritatissimi i Pardi per l'interpretazione femminile a Irena Ivanova per “Senza dio” di Ralitza Petrova, vincitore anche del prestigioso Pardo d'oro e del Premio Boccalino della critica indipendente per la regia, e maschile a Andrzej Seweryn per “L'ultima famiglia” di Jan P. Matuszyński, biografia del pittore polacco Beksinski. Fuori concorso “Les Fausses Confidences”, tratto da Marivaux per la regia dello scomparso Luc Bondy, con trio di  splendidi attori, Huppert, Garrel e Ogier è un elegante e innovativo film teatrale.

In Cineasti del Presente Pardo all'ermetica e autoreferenziale pellicola "El auge del humano" dell'argentino Eduardo Williams, un altro film argentino "El futuro perfecto" di Nele Wohlatz avrebbe meritato ben di più, si segnalano il delicato film  egiziano" Verde appassito" di Mohammed Hammad sulla condizione femminile nelle società islamiche, lo statunitense "Donald Cried", da menzionare se non altro per la magnifica e stralunata interpretazione dell'attore, regista e sceneggiatore Kris Avedisian e “L’indomita” opera prima della già nota sceneggiatrice Caroline Deruas. Nella sezione Pardi di domani da segnalare "La femme et le TGV" con Jane Birkin e il tenero “Rhapsody” di Costance Meyer in cui si vede Gérard Depardieu in un ruolo per lui insolito.

Un film che farà di sicuro discutere qualora fosse distribuito in Italia è il francese “Le Ciel attendra” di Marie Mention-Castille, passato in piazza grande, storia attualissima e terribile delle adolescenti francesi adescate via internet e convinte a raggiungere la Siria per combattere insieme ai terroristi.

In piazza Grande anche quest'anno i soliti film commerciali ad eccezione del film d'impegno sociale “I, Daniel Blake” di Ken Loach, grande regista di lotta e  di pubblico, vincitore del Prix du Public 2016, a dimostrazione che il pubblico della piazza è migliore di quello che presuppongono i selezionatori.