Fatos Arapi

di

Davide Rossi

 

Fatos Arapi, partigiano da adolescente, laureato in economia all’Istituto Karl Marx di Sofia, inaugura la prima cattedra di economia dell’università di Tirana, tiene corsi letterari alla facoltà di filologia e insegna per anni nei corsi serali per gli operai. In “Dove è cominciata la nostra infanzia” scrive: “Dove è cominciata la nostra infanzia c’era un fitto bosco di baionette e stranieri con in testa un elmetto ci guardavan con occhi cattivi. Ma noi scappavamo dai banchi di scuola lasciando scritto: Arrivederci nell’Albania liberata.” In “Ritmi industriali” spiega: “Nella fondamenta si gettano cemento armato e canti. Nelle alte armature si saldano ferro e sogni e dalle vette dei tralicci lanciamo agli dei di ieri e di oggi non le vecchie parole degli oracoli, ma parole nuove appena uscite dagli altiforni del tempo.” … “Nelle linee d’alta tensione, arterie pulsanti nel corpo della patria dalle pianure alle montagne, la classe operaia, versa la sua logica industriale. Nel progetti delle costruzioni prende forma l’avvenire. I romantici sogni di una volta li ho lasciati perdere. Gioiosamente tocco i pali che si levano verso il cielo.” È l’entusiasmo della generazione che costruisce il socialismo. In “Basta essere uomo” ci regala un ritratto dell’uomo socialista impegnato nella costruzione partecipe del futuro: “Sulle spalle una camicia modesta, ai piedi scarpe pulite, il pensiero chiaro dentro la testa. Pane per tutti e libertà. La vita, semplicità.” Tuttavia questa prudente e ragionata modestia non è stata, in Albania come nel resto del campo socialista, almeno europeo, l’orizzonte delle generazioni successive a quella dell’immediato dopoguerra, con tutto le tragiche conseguenze che le hanno portato a desiderare i beni di consumo, dimenticandosi di difendere le conquiste sociali: casa, scuola, salute, lavoro, garantite a tutti. Arapi in “Io ero piccolo” in ogni caso constata di essere “venuto al mondo né presto, né tardi”, ma “al tempo giusto”, il tempo della Rivoluzione. La quale: “Passò le sue ruvide mani, scompigliandomi i capelli e subito nel mio cervello fiammeggiarono idee chiare e io chiarii a me stesso il profondo senso della storia. Ho capito che gli uomini    quando chiedono: Perché così? Quando dicono: Basta! Fanno la Storia.”

 

Tratto dal libro di Davide Rossi: “Letteratura socialista albanese - Dhimitër S. Shuteriqi, Ismail Kadare, Dritëro Agolli” PGRECO 2016