Sufismo, l’incontro mistico con Dio

di

Diletta Vignati

 

 

 

Demetrio Giordani propone una rilettura del trattato Sufi, la cui attribuzione effettiva ad Al-Hakim al-Tirmidhi, che nel X secolo fu studioso e mistico, è ancora oggi oggetto di dibattito tra gli studiosi. L’ipotesi più accreditata è che il trattato sia stato scritto da uno dei discepoli del maestro, il quale scelse di rimanere anonimo al fine di evidenziare come le idee contenute nel trattato fossero state frutto di riflessione collettiva.

Tali idee sono infatti di fondamentale importanza per il pensiero e la mistica Sufi, dando origine alla cosiddetta ‘Via del Cuore’ che concepisce il percorso che ogni uomo deve compiere per giungere a contemplare l’immensità ineffabile di Dio.

Così come il titolo originale può risultare incomprensibile per chi non conosce l’arabo, altrettanto il contenuto del libro e il particolare stile in cui i concetti sono espressi possono risultare misteriosi – addirittura far sorgere qualche perplessità – a chi non abbia alcuna familiarità con la mistica Sufi. Il punto è che non vi è alcuna pretesa di presentare una filosofia totalmente ed esclusivamente razionale, poiché il Sufismo è altro: è incontro mistico con Dio, è realizzazione piena di ogni potenzialità spirituale, più e prima che intellettuale, insita nel cuore, ovvero nella natura profonda dell’uomo fatta anche di emotività.

Si tenga presente, inoltre, che il trattato è stato scritto nel IX o X secolo (III o IV secolo secondo il calendario islamico), ovvero in un’epoca nella quale le categorie di speculazione filosofica e di racconto di un’esperienza mistica erano notevolmente differenti rispetto ai criteri utilizzati oggi: sono pertanto fondamentali, per una piena comprensione del testo, le annotazioni in nota e le introduzioni dei curatori Demetrio Giordani e Angelo Scarabel.

Tuttavia, non sono necessari particolari studi per comprendere il filo logico complessivo di un’opera che vuole essere letta con estrema libertà e sembra invitare il lettore a trarre dalle sue pagine gli insegnamenti spirituali che meglio si addicono a ciascuno. Questo libro ricorda infatti i bazar mediorientali, sulle cui bancarelle si può trovare ogni tipo di mercanzia e difficilmente capita di tornare a casa a mani vuote, senza aver trovato nulla che facesse al caso nostro, lasciandoci sorprendere da curiosità inaspettate e accostamenti inediti.

La speculazione  ha origine dall’hadith (evento narrato nelle raccolte biografiche tradizionali su ciò che il Profeta dell’Islam Muhammad fece e disse durante la sua vita) in base al quale una figura misteriosa, in seguito rivelatasi l’angelo Gabriele, avrebbe interrogato il Profeta sui tre livelli della fede islamica: l’Islâm, ovvero il compimento da parte del fedele dei cinque precetti caratteristici di tale religione, l’îmâm, ovvero l’adesione alla religione per mezzo della fede e l’Ihsân, ovvero l’adorazione di Allah “come se lo vedessi, perché se anche tu non sei nella condizione di poterLo vedere, certamente Egli vede te”.

A questi tre livelli di spiritualità la tradizione Sufi fa corrispondere tre livelli dell’anima di ogni fedele: l’anima imperiosa (an-nafs al-ammâra) che esige il soddisfacimento degli impulsi spontanei ed egoistici, l’anima biasimatrice (an-nafs al-lawwâma), che condanna gli eccessi e l’anima pacificata (an-nafs al-mutma’inna), che agisce con moderazione e regolarità avendo come unico fine il ricongiungimento con Allah. Partendo da questo schema tradizionale, vari mistici Sufi hanno nei secoli elaborato diversi sistemi di corrispondenze tra i livelli dell’anima e le tappe del proprio percorso di purificazione spirituale.

Quello che Al-Tirmidhi propone nel Trattato è un nuovo sistema di corrispondenze cui alle diverse anime corrispondono, nell’ordine, il petto, il cuore ed il cuore interiore. Egli aggiunge poi un quarto livello, quello dell’unificazione dell’anima con Dio, la perfetta felicità, la realizzazione pura, serena e definitiva del percorso iniziatico. A ogni livello egli fa anche corrispondere delle doti morali che il fedele dovrebbe sviluppare via via che compie il percorso: la speranza, la rettitudine, la solidarietà ecc.

L’opera è costantemente intessuta di citazioni dal Corano e dalle raccolte di hadith e, come si è detto, è un invito per tutti i fedeli a compiere il percorso di purificazione spirituale. Tale invito non è rivolto soltanto ai discepoli Sufi, ma è un invito che ancora oggi coinvolge chiunque sia interessato a realizzare le potenzialità della propria anima, lasciandosi guidare dal cuore come dalla mente, dalla fede in un Dio come dalla fede nella propria umanità, per iniziare un percorso che ha ancora molte tappe da compiere.   

 

A cura di Demetrio Giordani, Le Profondità del Cuore. Trattato Sufi di Al-Hakim al-Tirmidhi, edito da Jouvence, Milano, 2015, pp. 184, euro 15.