Gillet gialli

di

Ivan Senin

 

La nostra vita è colma di coincidenze. Coincidenze in casa, sul posto di lavoro, per strada. Gli incontri casuali che possono determinare il nostro futuro e il futuro di qualcun'altro. Le coincidenze riguardano più il singolo e molto meno un gruppo. Le persone difficilmente si raccolgono insieme in un gruppo in modo accidentale, per pura coincidenza. A meno che un evento di straordinaria portata non coinvolga un determinato numero di persone singolarmente. La forza maggiore che unisce la società può spingere le masse a mobilitarsi. In determinati casi un evento di una certa importanza colpisce ciascuno singolarmente, quindi è il problema personale a diventare un problema comune. Un evento che si verifica raramente e per puro caso, può essere definito una coincidenza, la ripetizione dell'evento nei minimi particolari regolarizza il caso trasformandolo in una crisi strutturale con la possibilità di una crisi dell'intero sistema se non si prendono dei provvedimenti. Quanto avvenuto in Francia con i gillet gialli ne è un esempio. Le cause da cui è scaturita la protesta sembrano più che giuste.

Vista in modo superficiale, la protesta sembra di essere una pura espressione popolare, ma guardando la crisi più da vicino, si possono cogliere tutti gli elementi che potrebbero portarci

a pensare che tale protesta ha tutte le carte in regola per essere considerata una protesta politica. I manifestanti hanno annunciando una serie di richieste considerevoli al governo di Macron. Risolvere il problema dei senzacasa. Circa duecentomila persone vivono per strada in Francia.Imposta sul reddito fortemente progressiva. Paga minima mensile a 1300 euro. Favorire i piccoli commercianti con la fine della costruzione dei grandi centri commerciali e con la concessione dei parcheggi gratuiti nelle città. Che i grandi (Macdonald, Amazon, Carrefours) paghino tanto ed i piccoli paghino poco. Tutti abbiano la stessa pensione, fine della discriminazione per i lavoratori dipendenti. Il sistema pensionistico deve essere socializzato ed essere solidale per tutti.  Fine dell’aumento dei carburanti. Pensioni minime a 1200 euro mese. Per tutti gli eletti lo stipendio ottenibile sarà lo stipendio medio, con controllo per i rimborsi dei trasporti ed il diritto alle ferie pagate. Tutti gli stipendi e le pensioni devono essere collegati all’inflazione. Difendere l’industria francese, combattere le delocalizzazioni e difendere il know how specifico. Fine del lavoro in trasferta. Tutti coloro che lavorano sul territorio francese devono essere sottoposti alle norme fiscali, contrattuali e previdenziali dei cittadini francesi. Lotta per la sicurezza del posto di lavoro contro i contratti a tempo determinato ed a favore dei contratti a tempo indeterminato. Fine della politica di austerità, con il non pagamento di tutti quegli interessi sul debito che sono stati dichiarati illegittimi. Che siano trattate le cause all’origine delle migrazioni. Che i richiedenti asilo siano ben trattati, abbiano alloggi, cibo ed educazione. Che le concessioni ed i rinnovi dei permessi di soggiorno siano compiuti nei paesi d’origine. Che una vera politica dell’integrazione sia messa in atto, per cui immigrare in Francia significhi diventare francese, con corsi di lingua, di storia e di educazione civica, con un percorso certificato. Creazione di nuovi posti di lavoro per i disoccupati. Aumento dei fondi per la disabilità. Tetto per gli affitti e affitti sotto controllo per gli studenti e i lavoratori sociali. Divieto della vendita di beni appartenenti allo Stato francese, ad esempio gli aeroporti. Più mezzi per la giustizia, le forze dell’ordine e l’esercito a cui devono essere pagate le ore di straordinario. Tutto il denaro incassato dai pedaggi autostradali deve essere utilizzato per la sicurezza e l’ammodernamento delle autostrade francesi. Il prezzo del gas e dell’elettricità è aumentato dopo le privatizzazioni e quindi questi servizi devono tornare pubblici per ridurre il prezzo delle utenze. Fine della chiusura delle linee secondarie ferroviarie, dei pronto soccorso ospedalieri, degli uffici postali, delle scuole di ogni ordine e grado. Divieto di fare business sugli anziani. “L’oro grigio è finito”. Tetto massimo di 25 allievi in ogni scuola di ogni ordine e grado. Una legge per il referendum popolare, con un sito trasparente su cui raccogliere le firme. Se una proposta raggiunge le 700 mila firme, dopo essere stata completata dal parlamento deve essere votata come referendum popolare. Ritorno del mandato del Presidente a 7 anni, con elezioni politiche ogni 5 in modo da dare un segnale politico al presidente stesso sulla qualità del suo comportamento. Obbligo pensionistico a 60 anni per i lavori usuranti che godranno della possibilità di pensione volontaria a 55 anni. Estensione del sistema di assistenza per la sorveglianza dei minori. Il trasporto per le merci deve favorire la ferrovia rispetto alla strada. Fine dei prelievi alla fonte. Fine dell’indennità presidenziale a vita. Divieto di far pagare commissioni sui pagamenti per carte di debito. Tasse sul gasolio navale e kerosene per aerei. I gillet gialli, vistosi e mediatici, come una macchia fosforescente nella notte, sono diventate un simbolo indelebile.

I temi posti dai gillet gialli non si sono esauriti con le prime mobilitazioni, le loro rivendicazioni sono presenti anche nel nuovo anno 2019.