L’india di al – Biruni

di

Diletta Vignati

 

A partire dal 1017 al-Biruni è astronomo al servizio di Mahmud, re turco di Ghazna in India: gli scritti ripubblicati in “Gli astri, il Tempo, il Mondo. Viaggio nell’India segreta” per Xenia Edizioni, ne rappresentano il pensiero e gli studi. In particolare, l’autore si concentra nell’evidenziare le differenze, di metodo, di prassi ma soprattutto di mentalità, che corrono tra la propria concezione di scienza dell’astronomia e la concezione indiana in tale ambito. Egli, infatti, dimostra una conoscenza degli usi e delle credenze locali che all’epoca poteva essere considerata superflua, in ragione della posizione di dominio politica ricoperta dai turchi nell’area indiana. È tuttavia proprio questa voluta assenza di arroganza, più che i contenuti dell’opera e i discutibili – sul piano scientifico – risultati degli studi di al-Biruni a interessare maggiormente il lettore di oggi. L’atteggiamento conciliante del dominatore nei confronti del dominato, la tolleranza - che nasce in questi scritti come tolleranza culturale e religiosa, ma è chiaro che aspiri a trasformarsi in tolleranza anche politica - permette infatti all’autore di instaurare con le popolazioni indiane un rapporto sì di dipendenza e dominio, ma anche di profondo rispetto reciproco che si concretizza con la firma di trattati di pace. Tale intento di al-Biruni è chiaramente volto anche a controbilanciare la politica del suo re Mahmud, il quale è invece rimasto tristemente noto alla storia come un sovrano repressivo abituato a conquistare e dominare le popolazioni indiane aprendosi la strada per mezzo di distruzioni su vasta scala. al-Biruni si considera l’intermediario posto al punto d’incontro tra due culture, oltre che tra due religioni: quella musulmana dei dominatori turchi, cui egli stesso appartiene, e quella Indù dei dominati indiani. A più riprese egli dichiara che il suo scopo è quello di favorire la reciproca conoscenza, che senza dubbio porterà a un reciproco arricchimento, e la comune ricerca della perfezione spirituale. al-Biruni diventa così consapevole mediatore, regalandoci un buon motivo per riprendere in mano oggi tali scritti. Se, infatti, non può stupire come tutti gli studi e le conclusioni ‘scientifiche’ affermate da al-Biruni appaiano oggi mere speculazioni, ipotesi non fondate né dimostrate, è al contrario indubitabile che il suo invito alla pace e alla reciproca conoscenza anche tra persone di diversa religione e diversa appartenenza sociale resti ancora condivisibile.