Piacenza Oil & Gas Museum - POGaM

 di

Davide Rossi

È il 1971 quando Raffaella Carrà regala il “Tuca tuca”, che fa già sognare di “far l’amore con chi hai voglia tu” ben prima dell’omonima canzone del ’78, all’Agip per una pubblicità del Carosello. Eni e Agip, benzina per gli italiani che si lanciano sulle automobili e affari per lo stato italiano che stabilisce accordi coi paesi produttori di petrolio meno fraudolenti di quelli delle grandi multinazionali petrolifere anglo-statunitensi. Enrico Mattei, partigiano democristiano, cambia la storia della petrolchimica italiana e lo fa partendo da Piacenza e da Cortemaggiore. Ci sono pure i registi del neorealismo che girano documentari per raccontare un’epopea di sviluppo e di crescita civile, sociale ed economica che, all’epoca, sembrava parte delle “magnifiche sorti e progressive” mutuate da un Leopardi meno convinto dei suoi epigoni novecenteschi. Mattei è troppo amico dei comunisti, coi quali aveva combattuto nella Resistenza e che lo han portato a stringere accordi con i sovietici, troppo dinamico, troppo intelligente. Quando gli avversari si fanno nemici, non vi è molta alternativa alla morte, che lo colpisce in volo alla fine di ottobre nel 1962. Dopo di lui per la petrolchimica sarà solo un lento declino. Questa storia italiana è raccontata dal museo POGaM di Piacenza in via Scalabrini 107, il museo del petrolio e del gas. Una storia che ha radici nel medioevo, quando stracci inzuppati nell’olio nero sgorgante dalla terra dava luce alle case dei contadini e dei signori della riva emiliana del Po. Al museo ci sono le boccette tardo-ottocentesche della farmacia locale che inventa la “Petrolina”, ottima come la brillantina e nel contempo efficacissima contro i pidocchi e i punteruoli dei sistemi di carotaggio. È una storia di turbine e trivelle, scavi, pozzi, incidenti, ma anche slanci, sogni, speranze, lavoro e fatica di operai e tecnici, fino al presente, chiusi i pozzi perché costa meno importare che pagare salari e macchinari. Così resta solo il meritorio museo e i meritori volontari che lo animano.