Partigiano e patriota

di

Armando Cossutta

 

“Uomo di Mosca... Io sono italiano. I russi lo sapevano bene. Agli inizi degli anni '70 il nostro paese ha avuto il metano della Gazprom, pagandolo con i tubi dell’Italsider e le macchine della Nuovo Pignone. Un accordo splendido nell’interesse dell’Italia, grazie anche al PCI. Mi ricordo che Kossighin, allora capo del governo, mi diceva: “L’Italia ha la fortuna di avere grandi manager, Cefis, Valletta, il governatore della Banca d’Italia Guido Carli…”. Quand’ero presidente dell’Italtrust, l’organizzazione che aveva praticamente il monopolio dei viaggi oltrecortina, ricevetti una telefonata da Amintore Fanfani, allora ministro degli Esteri. “Devo firmare un accordo con l’URSS, mi accompagni?”. Partiamo insieme, lui fa i suoi colloqui, poi una mattina mi chiama, siamo alla firma vieni anche tu. La “Pravda” pubblica la foto in prima pagina, Gromiko, Boicenko, Fanfani e io. Così dal Cremlino mi prendono in giro, “ma come, i comunisti italiani sono al governo e non ci avete detto niente?”. Io ho sempre fatto gli interessi del mio paese.”